Questa la scena:
Pollo entra in casa, vede i ravioli appena fatti e ne ingolla uno crudo.
«Cos'è?»
Non credo sia così strano, non è la prima persona che incontro che si mette in bocca qualcosa e solo dopo si pone il problema di cosa fosse. Tuttavia sento un leggero nervosismo mi si diffonde a fior di pelle.
Monto su il mio sorriso zen e rispondo gentilmente. Alla parola 'borragine' storce il naso. Non è una brutta parola, spiego, è il nome di un'erba. Oltretutto, brutto tonto -ma questo non lo dico-, tua madre compra spesso i ravioli di borragine in gastronomia, quindi non è nemmeno la prima volta che li mangi.
«Cosa c'è al posto della ricotta?»
Il sorriso zen da' segni di cedimento, vorrei rispondere: ho lavorato come una schiava tutto il pomeriggio, potresti evitare lo sguardo 'con cosa stai cercando di avvelenarmi?' e aspettare di assaggiarli.
Cotti, magari.
Ma sono troppo vicina al cassetto dei coltelli per permettermi questo genere di sfogo.
«Perchè? Non sono buoni?» Pollo esibisce uno sguardo perfettamente equilibrato tra ogni genere di espressione, col risultato di una perfetta faccia da poker che non lascia trapelare alcun indizio su quel che pensa. E, considerato il soggetto, forse non sta pensando affatto.
Per precauzione mi allontano dal cassetto con i coltelli e aspetto.
«No, no, sono buoni… chiedevo...»
Incerta se considerare questa strana conversazione come un complimento molto contorto o se prenderla come una grave offesa, decido di preparare il sugo e di buttare (mooolto delicatamente) i ravioli nella pentola.
Distribuisco nei piatti, faccio le foto e, finalmente, mangiamo. Nel silenzio che è proprio di chi ha molta fame, Pollo snocciola due commenti e una richiesta:
«Buoni…»
«…»
«Sono divini Piccola»
«…»
«Non ce ne sono ancora?»
Mi ha fatto tenerezza e, vedendo la sincera speranza di un 'sì, ce ne sono ancora' riflessa nei suoi occhioni, ho quasi avuto la tentazione di mettere a cuocere anche la porzione che avevo tenuto da parte per il giorno dopo.
In definitiva un successo incoraggiante. La prossima volta ne preparo una quantità industriale, così ne porto un po' alla mia mamma e ne metto un po' da parte in freezer per i periodi in cui non potrò preparare ravioli per tutto il pomeriggio.
Ingredienti (x 4 porzioni):
300g farina di semola di grano duro integrale;
150ml acqua;
800g borragine;
125g tofu;
olio evo e sale q.b.
x condimento burro e salvia:
6-7 foglioline di salvia;
2C burro vegetale;
2C olio.
Procedimento:
In una ciotola impastare la farina versando l'acqua a filo. Non è detto che occorra tutta la quantità d'acqua indicata. L'impasto deve risultare piuttosto sodo e deve essere lavorato per almeno 10'. Formare una palla e avvolgerla in un panno umido o nella pellicola e lasciarla riposare da un minimo di 30' ad un massimo di un ora.
Nel frattempo, lavare la borragine e lessarla per 4'-5' in abbondante acqua bollente leggermente salata. Scolarla e lasciarla nello scolapasta per qualche minuto così da permettere all'acqua di colare via. In una padella scaldare due cucchiai d'olio, unire la verdura e farla saltare per 1'-2'. Trasferire la borragine nella caraffa del frullatore insieme al tofu e ridurre in crema.
Riprendere la pasta e ricavarne dei fogli sottili (io uso la vecchia Imperia della nonna), stenderli sul piano e distribuire piccole quantità di ripieno ad intervalli regolari, coprire con un secondo foglio, pressare con le dita intorno alle 'gobbette' del ripieno e ritagliare i raviolini con la rotella dal bordo a zig zag.
Conservazione in frigo, max 2-3 giorni.
Conservazione nel freezer:
disporre i ravioli su un vassoio ben separati, mettere il vassoio nel freezer per 30'-45' per poi trasferirli in un sacchetto adatto alla conservazione. La pasta così conservata non necessita di essere scongelata, va trattata come se fosse fresca.
Per la cottura scegliere una pentola dal diametro ampio che non sia eccessivamente profonda. Portare a bollore dell'acqua salata e versare i ravioli con delicatezza.
Nel frattempo sciogliere il burro in una padella con due cucchiai d'olio e la salvia tagliata a pezzetti (con le dita), quando la pasta è quasi cotta -circa 5' minuti- lasciar soffriggere la salvia per qualche istante. Con l'aiuto di una schiumarola scolare la pasta poco a poco e trasferirla direttamente nella padella. Mescolare con delicatezza tenendo acceso il fuoco sotto la padella, impiattare e servire.